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Immagine del redattoreGiovanna Catanzaro

Alessandro de Leo e le immagini della sua interiorità

Aggiornamento: 29 lug 2022

Alessandro si è iscritto qualche anno fa al primo corso annuale indetto dalla scuola di fotografia Camera Chiara (Bari). Oggi vi insegna, dirigendo i nuovi studenti sia in sala di posa che nella postproduzione fotografica.


Come mi facevi notare, nel tuo personale approccio alla fotografia, il soggetto è messo in secondo piano.


È un concetto che mi porto dietro sin dai tempi dell'università quando appresi una definizione dello scrittore e teorico dell’espressionismo Kasimir Edschmid, secondo la quale “l’uomo espressionista sembra avere il cuore dipinto sul petto”.


Più che un ritratto della materia, mostro una suggestione, una proiezione dei miei stati d’animo e del mio stare al mondo. Il soggetto è una materia prima da plasmare per dare forma ad un'immagine che mi rappresenti.


Per questo, in fase di scatto, faccio largo uso di distorsioni, sfocature e mosso. Inoltre mi aiuto con degli escamotage: ad esempio, nel caso di “My Eye My Enemy”, facevo sì che i miei soggetti premessero e muovessero il proprio volto su una lastra di vetro. Questo metteva in risalto forme non convenzionali.

Per la resa, preferisco realizzare le mie foto su pellicola facendo tutto con le mie mani: dallo scatto, passando per lo sviluppo fino alla stampa finale. È indescrivibile la sensazione che provo nel veder prendere corpo, materialmente, la fotografia che prima avevo solo in mente.


Il tuo immaginario visivo è stato profondamente influenzato da Francesca Woodman e Ralph Eugene Meatyard.


Entrambi esprimevano, attraverso l’arte della fotografia, un forte senso di inadeguatezza rispetto al mondo. Per farlo, la prima sfruttava molto la tecnica del mosso; il secondo si serviva di maschere grottesche.


Prima ancora della fotografia, il pittore espressionista Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) mi è stato di grande ispirazione.


Mi hai detto che, durante le tue lezioni, c’è un aspetto della fotografia che tieni a precisare.


Sì. Penso che, oltre le ovvie nozioni tecniche, sia importante comprendere il ruolo che ha la fotografia nella nostra vita quotidiana, di quanto influenzi le nostre scelte, anche quelle importanti.


La scelta di strumentalizzare immagini per rispondere a determinate esigenze commerciali o politiche è un discorso molto ampio. Per riassumerlo, in questa sede, mi limito a citare una frase di Lewis Hine, fotografo e sociologo degli inizi del '900: “La fotografia non sa mentire ma i bugiardi sanno fotografare”.


Credo ci sia un'urgente necessità di educazione visiva. I non addetti ai lavori faticano a leggere una fotografia e questo li espone a interpretazioni fuorvianti e a volte pericolose.


Hai tenuto mostre personali?


Nel 2020 ho esposto presso la galleria Heike Arndt DK (sia nella loro sede danese che in quella tedesca) e in Francia, ad Arles, presso La Belle Etoile Art Contemporaine.


Poi ho tenuto una mostra personale a Milano, presso Circuiti Dinamici, e a Bisceglie (BT) in occasione del festival d'arte audiovisiva Sonimage.


Complimenti, Alessandro! E grazie per aver partecipato a questo Scream of Consciousness. ♥︎


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