Guillermo è un mio amico di Alicante. Cinque anni fa eravamo coinquilini a Sevilla e da allora siamo rimasti in contatto. Guillermo è una fonte inesauribile di scoperte e sorprese. Sempre ispirato e sempre fonte di ispirazione.
Ciao, geniaccio! Benvenuto su Scream of Consciousness.
L’handpan è uno strumento che colpisce molto per la sua forma. Ricorda un po’ alcuni U.F.O. Cosa hai pensato quando l’hai visto per la prima volta?
L’ho identificato subito come lo strumento che mi avrebbe permesso di studiare la musica. Non sono un fanatico né un innamorato del handpan. Senza dubbio mi ha colpito e trovo affascinante il modo in cui è stato concepito e costruito. Ma sono innanzitutto innamorato della musica. Ho constatato che è molto legato al mondo della spiritualità. Per me non ha nulla di simbolico o di mistico: è un veicolo per sondare qualcosa di più ampio.
E lo stai sondando con molta serietà, direi! So che hai studiato armonia e che questo ti ha portato ad acquisire il tuo punto di forza per eccellenza: utilizzi un set fatto di ben sei handpan.
Esatto! Un singolo handpan fornisce solo una scala diatonica, fatta quindi di 7 note. Io ne volevo una cromatica (di 12 note) alla pari di un’ottava di pianoforte. Per questo ho iniziato a comprare altri handpan finché non ho incontrato Pepis Noblet (https://noblethandpans.com/). La collaborazione con lui è stata preziosa per disegnare un intero set cromatico che al momento consta di sei handpan. Ma resta soggetto a continui aggiustamenti ed evoluzioni quindi non è detto che sia la soluzione definitiva.
Il mio bisogno di poter suonare più note è legato alla mia idea di musica: non importano le note, importa solo la frequenza di base e gli intervalli. Spostarsi dal punto in cui mi trovo a un altro è il senso della musica.
Interessante…mi piace la tua percezione “geografica” della musica. Mi ricorda molto l’idea di un viaggio (e su ‘viaggio’ scatta la lacrimuccia). Al di là dell’aspetto teorico…?
Al di là dell’aspetto teorico c’è la condivisione, che è fondamentale. Confrontarsi con gli altri non solo ti permette di vedere la stessa cosa da più punti di vista, ma ti permette anche di orientarti, prendendo coscienza di quanto hai appreso sino a quel momento. Inoltre penso che la conoscenza e l’apprendimento debbano essere condivisi per portare avanti un flusso continuo. Immagino ogni persona come un dente di un ingranaggio: trasmette il movimento anteriore ad un suo simile. Trasmettere quanto sappiamo esprime un po’ lo spirito di questa appartenenza a qualcosa di più grande.
Grazie per questa condivisione, Guillermo. A presto!
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pps: è in arrivo anche la versione originale dell'articolo (in spagnolo)!
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