Roberta traccia la struttura geometrica dei propri soggetti con sicurezza e rapidità. Tutto il resto viene elaborato direttamente a penna, in un processo lento e graduale.
Roberta - La mano procede da sola in un atto di profondo rilassamento: ascoltare il suono cadenzato dello scorrere della penna mentre definisco le sfumature è quasi una meditazione per me.
Anche un disegno semplice può richiedere diverse settimane per poter essere completato, poiché lo lascio in attesa che le idee emergano e le strutture grafiche entrino in connessione.
Il cranio del soggetto ritratto nell’illustrazione intitolata Free è luogo d’origine di uno stormo di rondini e di una scala mentre una nuvola ci piove dentro. In Asmodeo, invece, la fronte del soggetto del disegno ospita due antenne – o corna? – e il suo sguardo è piuttosto diabolico.
Sì. Spesso i miei disegni sono stati definiti inquietanti e onirici, aggettivi apparentemente in contrasto tra loro ma che apprezzo in egual misura. Ritengo che l’essere inquietati e spaventati porti ad una spinta energetica essenziale per l’atto creativo e che la trepidazione sia una componente dei sogni (o, per lo meno, lo è dei miei).
Il disegno, insieme alla fotografia, è una parte essenziale della mia vita. Non ho mai preso lezioni in arti visive. Ho lasciato fluire la mia passione e la rappresentazione delle immagini senza darmi limitazioni.
Disegnare, per me, è un atto naturale qualsiasi: fa parte delle mie giornate e non è diverso dal fare una foto o guardare un film; per certi versi non è diverso nemmeno dal bere un bicchiere d’acqua. Anche quando non disegno, la mia mente trasforma immagini, film, espressioni di un volto e linee dei corpi in immagini da riprodurre a penna.
Alcuni tuoi disegni ricordano foto e immagini d’epoca come anche lo steampunk con la sua fantascienza ottocentesca.
Esteticamente sono molto legata alle immagini d’epoca. Amo reinterpretare sotto una nuova luce le foto delle attrici del secondo dopoguerra, come anche le immagini di alcuni studi etnoantropologici e le illustrazioni anatomiche eseguite a mano.
Aggiungo dettagli artificiali e naturalistici alle figure umane partendo da disegni preesistenti, come è successo per Think, ad esempio: ho riprodotto per sommi capi il volto del protagonista di un’illustrazione anatomica dei primi del ‘900 e ci ho aggiunto abiti d’epoca, la connessione ad un processore e dettagli pseudo-meccanici del tutto inventati. Per Mechanical mind, invece, ho utilizzato una foto del musicista M. Ward infilando nella sua testa un impianto estrattivo.
Penso che nella costruzione del mio immaginario abbiano influito i movimenti surrealisti europei (in particolare quello ceco) e diversi artisti dadaisti.
Anche se i punti di riferimento e le fonti di ispirazione sono davvero tante, mi fa piacere menzionare due artiste nello specifico: l’attrice, regista e studiosa di estetica Maya Deren, che incise fortemente sulla definizione del cinema sperimentale, e Kati Horna, una fotoreporter capace di registrare il reale attraverso immagini dal tocco onirico di rara eleganza.
Complimenti, Roberta! E grazie per aver partecipato ancora una volta. ♥
Resta aggiornato sulle prossime creazioni di Roberta Martucci! ⬇️
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