Tra i dipinti ad olio di Alessandro, spiccano volti dai colori insoliti e ornati di elementi acquatici e floreali. Donne di altri tempi riaffiorano sotto una nuova luce.
Alessandro - Non mi ispiro mai a una persona o a un personaggio in concreto. Al contrario, mi lascio ispirare dal momento: durante il processo creativo, il mio dipinto si sincronizza con ciò che sto pensando o ascoltando.
Così, ad esempio, hai dedicato un tuo dipinto a Johanna Bonger.
Esatto. Ascoltando un podcast, mi sono imbattuto nella storia di Johanna Bonger. Alla morte di Vincent Van Gogh (che era suo cognato), ereditò il 99% dei suoi dipinti e si prodigò alla promozione degli stessi per i trent’anni che ne seguirono. Chissà se avremmo conosciuto “Notte stellata” (De sterrennacht) anche senza il suo contributo!
Eheh, chi può saperlo!
A proposito di Irma Bandiera, invece… Le foto e la narrazione storica ci restituiscono un’immagine piuttosto distante dal tuo ritratto.
Ne sono consapevole. L’indice che preme sul labbro inferiore rimanda alla sua sensualità (mi ricorda le dive dell’epoca). Anche il giallo e il giallo arancio – così imperanti sulla tela – sono in netto contrasto con la tragica fine per cui è nota.
Irma Bandiera (Bologna, 1915-1944) è stata una vittima dei nazifascisti. Arrestata nell’agosto del ’44, fu seviziata per sei giorni e sei notti. Fu persino accecata con una baionetta ma resistette senza parlare, salvaguardando i suoi compagni.
In generale, dedicando i miei ritratti a determinati volti della storia non ho il desiderio di farne una copia fedele o di raffigurarne il tratto storico più saliente. Piuttosto, ne esalto quello meno decantato o, più semplicemente, ne immagino uno. Più che ritratti, sono reinterpretazioni.
Come quella della principessa della Battriana: mi permetto di rinominare quel dipinto con “The dark side of Rossane”.
Ha senso. Il caso della moglie di Alessandro Magno mi ha sempre incuriosito molto: il fatto che fosse la figlia di un governatore di una provincia della Battriana (antica regione storica dell'Asia centrale) strideva – a mio avviso – accanto alla magnificenza e al potere del re macedone.
È pur vero che era descritta, dai suoi contemporanei, come la donna più bella di tutta l'Asia. Forse questo spiega tutto.
Tuttavia non le mancò un lato cupo: dopo la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) ordinò di uccidere le altre mogli del marito consolidando la sua posizione e quella del figlio nascente (Alessandro IV, nonché legittimo erede).
Layla, invece…
…è un mio tributo a Eric Clapton nonché il titolo di una nota canzone pubblicata nel 1971 dai Derek & The Dominos (di cui Clapton era il frontman). Sotto lo pseudonimo di Layla si celava Pattie Boyd (l’allora moglie di George Harrison) che tornò ad essere sua musa ispiratrice qualche anno dopo nella composizione di Wonderful Tonight.
Grazie per questo piccolo viaggio esplorativo! :)
(per questioni di spazio ho selezionato per l'intervista solo 4 dipinti. Ma puoi ammirare le altre creazioni di Alessandro a questo link⇣)
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