Salvatore è un tatuatore specializzato nel Blackwork, uno stile caratterizzato dal solo utilizzo del colore nero e che affonda le sue origini nel Nord Europa. I suoi soggetti testimoniano uno studio personale che oscilla dal sacro al profano, incuriosito dall’evoluzione dell’umanità e dalle leggi dell’Universo.
Cosa pensi della scelta di farsi un tatuaggio?
Per me dovrebbe basarsi su una forte motivazione o su delle forme di sofferenza; lì dove non è mosso da un particolare stato d’animo, che sia per lo meno associato ad un significato.
Osservando l'evoluzione dell'arte del tatuaggio scopriresti le funzioni più diverse che un tatuaggio può avere. Ad esempio, tra le antiche tribù neozelandesi, serviva a rendere evidente il proprio ruolo all’interno della comunità.
A mio avviso tutto è fuorché un atto puramente estetico.
Perché pensi che sia difficile definire in modo netto il concetto di Blackwork?
Perché anche se in linea di massima si rifà agli emblemi dell’arte sacra e ad immagini gotiche e medievali, a mio avviso dipende molto dallo stile del singolo tatuatore.
Io, ad esempio, sono attratto dagli argomenti e dai soggetti più disparati come l'anatomia umana, l'iconografia medioevale, il mondo alchemico e la mitologia classica.
Inoltre amo studiare l’anatomia delle piante, soprattutto in relazione all’alchimia. Mi chiedo: “Come funziona questa pianta e perché è ritenuta sacra?”.
Ti lasci ispirare anche da figure ecclesiastiche, se non erro.
Non erri. Sebbene io non creda in determinate entità sacre, penso che vada riconosciuta la grandezza di quegli artisti che hanno reso belle delle falsità.
Quando ti sei avvicinato a tutto ciò?
Durante l’adolescenza.
Nel paese in cui sono cresciuto stereotipi e luoghi comuni hanno da sempre radici ben profonde. In quel contesto mi risultava difficile condividere il mio mondo interiore.
Tutto ciò mi ha spinto verso una “chiusura produttiva”: restavo chiuso in me stesso ma nutrendo una forte e filtrata curiosità verso l’esterno.
È stato allora che ho iniziato a creare tavole basate sul vecchio stile di incisione di piastre alchemiche e medico-anatomiche, gettando le basi di quello che poi sarebbe diventato il mio lavoro, un contesto in cui mi sento libero di esprimermi.
So che molti dei tuoi clienti vengono dai paesi limitrofi, tra cui alcuni musicisti che si sentono rappresentati dal tuo stile.
È così, e ne sono felice oltre che lusingato.
Mi piace pensare che ogni mia tavola sia il frutto di anni di studio e di svariate esperienze che mi hanno reso più consapevole di me stesso e del mondo.
Studio ed esperienze sono forse i due perni su cui ruota il mio percorso: una continua presa di coscienza e fase di crescita in cui ricerca e approfondimento sono indispensabili.
Grazie di cuore per aver partecipato, Salvatore! 🙏🏽 Ad maiora!
Ecco alcuni link per guardare le sue creazioni.👇
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