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Il filo di Anna per la recycled and string art

  • Immagine del redattore: Giovanna Catanzaro
    Giovanna Catanzaro
  • 23 ott 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 14 gen 2022

Anna trasforma vecchie bottiglie di liquori e distillati nella base di eleganti lampade, mentre, servendosi della string art, rende tridimensionali cactus, ali spiegate, invitanti fette di torta, skyline, nomi o intere frasi. Il filo di Anna è espressione di una storia in cui, a momenti intensi, è seguita la piena espressione di sé all’insegna dell’amore per l’ambiente e per l’arte.


Anna con le sue creazioni: le sue lampade e un cactus realizzato con la string art. Photo credit: Francesco Ventrella

Il tuo è un vero e proprio mix tra string art e riciclo.


La mia avventura con la string art, infatti, è cominciata proprio mentre recuperavo materiale in casa di amici. Lì i vecchi proprietari avevano lasciato molti oggetti, tra cui un quadro in legno massello che ho risistemato affinché ospitasse un albero della vita (un’immagine davvero ricorrente nel mio vissuto).


Ripensandoci, non credo di aver scelto la string art in modo consapevole. Penso, piuttosto, che dopo anni di ricerca sulle tecniche artistiche più disparate, si siano create le situazioni adatte affinché mi ci dedicassi.

Un pezzo di torta e un dolce realizzati con la string art. Photo credit: Anna Leo

La casualità ha fatto confluire nella stessa direzione le nozioni di ebanisteria apprese presso l’Istituto d’arte e tutto quello che i miei genitori mi avevano insegnato sul bricolage. Inoltre mia madre è ricamatrice e i primi fili per realizzare quell’albero me li ha dati lei.


Come mi insegni, la string art è diventata una tecnica decorativa solo negli anni ’60.


Nacque, infatti, nel XIX secolo da un’idea della matematica e filosofa britannica Mary Everest Boole per introdurre i bambini ai principi della matematica.

Fu solo negli anni ’60 che divenne una vera e propria forma d’arte la cui caratteristica saliente è l’utilizzo di sole linee rette, quindi la possibilità di creare “curve senza curve”.


Mi hanno molto colpito le tue ali spiegate.

Due ali spiegate realizzate con la string art. Photo credit: Anna Leo

Rappresentano un mio volo metaforico: realizzandole, stavo dando seguito a qualcosa che mi piacesse davvero.


C’è stato un momento della mia vita in cui, chiusa in una stanza d’ospedale per seri problemi di salute, trascorrevo intere giornate tenendo le tapparelle abbassate e il volto sotto le coperte.


È stato solo con la guarigione che ho ritrovato la voglia di esprimermi. La prima cosa che ho fatto è stata armarmi di matite e fogli per disegnare il mio progetto preferito: Casa Kaufmann, ovvero la casa sulla cascata di Frank Lloyd Wright. Da allora non ho più smesso di creare.


Tra le tue creazioni, c’è anche il capitolo “Lampade”, emblematico della collaborazione e del riciclo.


Esatto. Grazie a una bellissima rete di amici, riesco a recuperare e perforare le bottiglie stilose e spesso colorate di distillati e liquori. A loro devo molto.


Anna realizza queste lampade riciclando le oliere di ceramica prodotte dall'Azienda Agricola Lamacupa (Corato, BA). Photo credit: Anna Leo

Come mi dicevi, ti piacerebbe diventare insegnante sia per trasmettere la tua esperienza personale, sia perché confidi molto nel potere della creatività.


Oltre ad avere un potere terapeutico, l’arte – a mio avviso – può aiutare un individuo ad avere un’idea più chiara di sé stesso, soprattutto nella fase preadolescenziale.


Inoltre, creare qualcosa insegna la bellezza del processo, tra una condizione iniziale, l’accumulazione graduale di nuovi fattori e il compimento del progetto.


È stato un vero piacere averti su Scream of Consciousness, Anna! Ad maiora!


I Link di Anna:




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