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Immagine del redattoreGiovanna Catanzaro

Il flamenco per Alessia Demofonti

Aggiornamento: 19 mar 2022

Alessia si è imbattuta nello studio del flamenco all’età di 17 anni e, da quel momento, questo è il suo principale mezzo di espressione personale.


Alessia - È stata un po’ una casualità. L’idea di seguire un corso di baile flamenco non mi era mai passata per la testa. Seguivo un corso di danza moderna ma un cambio di orari repentino mi rese impossibile andarci. Di lì a poco una mia amica mi consigliò di provare delle lezioni di flamenco. Ne rimasi folgorata e mi ci iscrissi. Ed eccomi qui.

Come mi accennavi, il tuo viaggio nella Sevilla del '94 è stato decisivo.


In quell’occasione presi lezioni di baile presso l’Accademia di Manolo Marín. Davanti a me, una ragazzina sui dodici anni, con una treccia lunga fino alle gambe, danzava con un'espressività paurosa e io mi chiesi: "Ma quanto ha vissuto o come, per poter tirare fuori questo alla sua età?!”. Lì mi è sembrato di capire cosa significasse per me il flamenco e di quanto avesse a che fare con l’autenticità del proprio sentire.


Un’autenticità che ritrovi nel progetto Flamenco Tango Neapolis.


Esatto. In questo progetto fondato nel 2009 e diretto da Salvo Russo (musicista e compositore partenopeo), la canzone napoletana integra il flamenco e il tango argentino. La contaminazione che ne nasce mi permette di sentire fino in fondo ciò che danzo: le atmosfere che esplodono in scena sono reali e mi permettono di esprimermi in maniera autentica.


Nell’ambito delle contaminazioni culturali, ho rivolto lo sguardo anche ad est con la collega Nadia Slimani: nel nostro corso di flamenco arabo creiamo un ponte tra il flamenco e alcune danze del Medio Oriente, facendo leva sui loro punti di contatto e prestando particolare attenzione alla loro energia.


Mi sembra di aver capito che Ángel Atienza sia uno dei tuoi punti di riferimento.


Eccome se lo è! Ho conosciuto Ángel a Torino durante uno stage del Festival Flamenco tenutosi al Teatro Regio di Torino quasi venti anni fa.


Solo successivamente è venuto a dare lezioni a Roma, diventando un mio punto di riferimento. Angel è un maestro severo e attento. Non si risparmia mai. Incarna ciò che, per me, è il giusto compromesso tra tradizione e modernità.


Offri lezioni di flamenco a Roma già da molti anni. Cosa ti rende particolarmente contenta nell’esperienza dell’insegnamento?


Sapere che le mie lezioni abbiano un impatto sugli allievi e che non siano una mera trasmissione della tecnica (che, certo, resta un aspetto importante della disciplina e va curato).


Il flamenco è un potente mezzo di espressione personale: permette di esplorarsi a fondo attraverso il linguaggio del corpo e la connessione con le emozioni più profonde. Inoltre può essere di grande aiuto per connetterci alla nostra forza interiore, risvegliando ciò che la scrittrice e psicoanalista Clarissa Pinkola Estès chiamava “la Donna Selvaggia”.


A tal proposito, qualcosa bolle in pentola…


Muy bien! :)

Grazie mille per aver partecipato a Le Microinterviste, Alessia!

A presto e ad maiora!

Sito web (pagina relativa ai suoi corsi):

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