Marika vive il suo percorso di tatuatrice come un continuo divenire. La sua passione per il tatuaggio a mano (handpoke o hand poked) è carico di profondità, ispirazioni e connessioni umane.
A tuo avviso, il tatuaggio coincide spesso con un “rito di passaggio” tra diversi momenti della propria esistenza.
Intendo dire che, non di rado, l’esigenza di farsene uno si manifesta in concomitanza di importanti cambiamenti della propria vita.
Mi rifaccio al concetto di “rito” perché, in questo momento, mi sto concentrando sull’aspetto rituale e magico del tatuaggio, ispirandomi a ciò che il tatuaggio rappresentava nell’antica cultura berbera. Inoltre, in quel contesto, veniva praticata dalle donne e per le donne e questo mi rende molto vicina a quell’approccio perché mi affascina tutto quel che riguarda l’energia femminile.
A volte coincide con una forma di sberleffo al potere o come ribellione verso certi schemi della nostra cultura.
Come ti sei avvicinata a questo metodo tradizionale?
Facendomene fare uno nel 2014. Mentre Jenna Bouma mi tatuava, le raccontai dei miei primi tattoo flash (disegni fatti su carta o altri supporti destinati a diventare tatuaggi). Mi trasmise la sua passione autentica e mi incoraggiò ad intraprendere questa strada. A Jenna sono seguiti altri sinceri sostenitori e anche a loro devo molto.
Il tempo mi conferma, di volta in volta, che è questo il mio percorso e so di viverlo serenamente perché non smetto mai di imparare.
Anche la rete di condivisione e supporto creatasi nel mio ambiente lavorativo ha portato al formarsi di belle amicizie (in Italia come all'estero). Mi sento parte di qualcosa di più grande e poter vivere il mio lavoro così è un vero privilegio.
Di tutti i tatuaggi che hai realizzato sino ad oggi, ce n’è qualcuno che ricordi in modo particolare?
Una ragazza a cui avevo appena fatto un tatuaggio mi disse: “Ho l’impressione di averlo sempre avuto ed è esattamente quello che volevo. Grazie”. Fu un’emozione indescrivibile.
Tuttavia per me conta trasmettere la cultura del tatuaggio: non è soltanto un’arte decorativa e legata all’estetica ma ha radici molto più profonde con la storia di una persona. Non so se ho reso la "non idea".
In generale mi piace molto tatuare chi ha un’anima antica, ovvero una persona il cui vissuto va oltre il concetto di tempo. In sua presenza, hai la sensazione di aver condiviso molto di più di quel semplice momento. Le anime antiche le senti, è difficile definirle.
Che bello questo concetto! *-*
Grazie mille per aver partecipato alle Microinterviste, Marika. Ad maiora!
Puoi ammirare i lavori di Marika sul suo profilo Instagram (freccia verso il link)
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