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Leaf Thief: foglie e fiori da indossare

  • Immagine del redattore: Giovanna Catanzaro
    Giovanna Catanzaro
  • 13 lug 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 1 dic 2021

Claudia Olivieri raccoglie, essicca e traspone fiori e foglie della vegetazione locale in accessori unici e irripetibili.

L'artista: Claudia Olivieri alias Leaf Thief

Il tutto è iniziato da una forma di collezionismo.


Esatto. Solo in un secondo momento, circa sette mesi fa, ho inglobato fiori e foglie nella resina per confezionare alcuni regali da destinare ai miei amici. E proprio loro mi hanno incoraggiata ad intraprendere il progetto Leaf Thief.

Ho notato come, per i miei acquirenti, sia importante l’unicità dei miei accessori: fiori e foglie raccolti per celebrare una particolare ricorrenza ne accrescono il valore affettivo.


Mi è parso di capire che, il più delle volte, attingi dalle risorse della flora locale.


Sì. Infatti mi servo, prevalentemente, di camomilla comune, margherita pratolina, Prospero autumnale, Asfodelo, Buglossa azzurra e fiore di carota (Daucus carota, altrimenti noto come “Merletto della regina Anna). Le foglie, invece, sono molto spesso di quercia, edera, ciliegio e pungitopo.

Reperire il contenuto delle mie creazioni a due passi da casa mia e in forma totalmente gratuita mi permette non solo di richiamare l’attenzione sulle peculiarità del paesaggio in cui vivo (Le Murge, in Puglia), ma anche di mantenere accessibili i prezzi per i clienti e per me stessa, sperimentando nuove soluzioni a basso costo.



Ed è stato proprio sperimentando che hai capito il rapporto tra i vari tipi di fiori e la resina in cui inglobarli.


Esatto. Ho scoperto, ad esempio, che la resina più comoda (ovvero quella che si solidifica all’istante tramite i raggi UV) è anche la più aggressiva, corrodendo i fiori particolarmente sottili come il papavero.


Uso quasi sempre la resina epossidica: miscelando nel modo e con il dosaggio adeguato la resina base e l’indurente di cui è composta, creo quello strato vetrificato, lucido e trasparente su cui si basa lo spirito di Leaf Thief.



Mi facevi cenno alla prospettiva retroilluminata…


Tempo fa ho creato un’installazione per l’esame di decorazione (quando frequentavo l’Accademia delle Belle Arti). Utilizzai appositamente delle foglie perché mi ero resa conto che una foglia retroilluminata appare piuttosto diversa rispetto alla sua versione opaca: la possibilità di vederne le venature, altrimenti impercettibili, mi è sembrata legata al concetto della diversità.

Una foglia, inserita in un contesto senza luce – come può essere, ad esempio, quello della teca – non ha la possibilità di mostrarsi al meglio. Forse la bellezza è ovunque, ma per riconoscerla, per vedere le cose sotto una luce diversa, c’è bisogno di “spostare” il proprio punto di vista assumendo una nuova angolazione.


…una prospettiva che si è arricchita ulteriormente grazie a un libro.


“L’incredibile viaggio delle piante” di Stefano Mancuso (2018) mi ha mostrato una serie di dati scientifici su una realtà che avevo apprezzato, sino a quel momento, solo dal punto di vista estetico.


Il libro di Mancuso rende visibile la realtà “nascosta” delle piante svelando l’esistenza di un continuo interscambio di informazioni tra esseri che sono tutto fuorché inanimati e statici.


Che meraviglia! Grazie, Claudia!


Le creazioni di Leaf Thief sono qui (freccia)














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