Quando nelle sue visite guidate gli autoctoni riscoprono una città “nuova”, la sua soddisfazione è doppia! Lei si definisce "guida turistica abilitata per passione", ed è proprio così. Da piccola sapeva che Gravina in Puglia nascondesse anfratti degni di essere scoperti e si documentava per conoscerli. Oggi, lavorandoci come guida turistica, li racconta tramite eventi storici e aneddoti della cultura locale. Per lei, infatti, guidare i visitatori nella sua città è una questione antropologica, prima ancora che descrittiva.
Mentre guardavo un servizio del Tg3, ho riconosciuto un volto a dir poco familiare… 😊❤
L’esperienza coi programmi televisivi è stata davvero stimolante! La prospettiva che gli autori avevano su Gravina mi ha permesso di mettere in luce gli aspetti più autentici del luogo, sintetizzandone l’essenza.
In generale, mi piace presentare Gravina nel modo più local possibile facendo tesoro delle narrazioni di cui mi sono cibata per anni.
Chi partecipa ai miei tour non porta con sé solo una data o un nome, ma ciò che ha vissuto durante il racconto.
Beh, penso sia un’ottima idea!
C’è chi mi ha consigliato di adattare i contenuti dei miei tour alle diverse tipologie di audience. Spesso, però, i gruppi sono eterogenei e accontentare tutti diventa complicato.
Per il momento preferisco raccontare il territorio a modo mio, proponendo i dati storici col mio stile, e – soprattutto – mettendomi costantemente alla prova. Per me è un po’ come salire su un palcoscenico:
la scommessa si rinnova ogni giorno.
Avevi già iniziato a lavorare nell’ambito dell’arte mentre studiavi giurisprudenza, giusto?
Mantenevo viva questa passione lavorando in alcune associazioni locali e nel Palazzo Te di Mantova.
Poi ho saputo del concorso per ottenere il patentino di guida turistica e mi sono detta: “Perché no?”.
Per un periodo hai espresso il tuo amore per Gravina anche attraverso le poesie.
Era il mio modo di abitare poeticamente questa città, trasmettendo il significato che questi luoghi avevano per me.
In una poesia avevo scritto: “…legata mi sento a questo suolo di un legame covalente” (che in chimica è il legame più forte).
Quando sono lontana da qui sento una specie di molla che mi riporta indietro. Forse è perché questo lavoro mi fa star bene e per il momento è intrinseco a questa città.
In una navata della Cattedrale di Gravina in Puglia si apre una finestrella che si affaccia nel cuore antico della città.
Di lì puoi vedere il Piaggio, che per me non è solo un quartiere, ma l’anello di congiunzione tra uomo e natura.
Qui ciò che è stato “costruito” in alto – come la Cattedrale stessa – incontra il mondo cavato sottostante (ovvero quello “decostruito”), dove la calcarenite è stata sottratta per dare vita ad antri di vita e di culto.
Dalla finestrella della Cattedrale puoi scorgere, sul costone opposto della gravina, la Madonna della Stella. Questo santuario mariano è proprio un esempio di quel “decostruito” che nel ‘500 veniva visitato da numerosi pellegrini cristiani mentre preservava le tracce di antichi culti pagani.
Grazie per aver condiviso la tua passione in questa Microintervista, Raffa! Ad maiora! ❤
Hey, hey, hey! Non scappare! Ecco i contatti di Raffaella, nel caso passassi da Gravina in Puglia e volessi una guida dolce, gentile e preparata:
📲📞 327 1788887
Instagram raffaellaiannetti
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