Quand’era piccolo, Umberto amava inventare barzellette infinite per dilettare amichetti, zie e nonni. Partecipava come protagonista alle recite scolastiche e faceva spesso imitazioni divertenti. La sua comicità e la propensione a stare al centro dell’attenzione sono rimaste per molto tempo un aspetto della sua vita privata. Finché un bel giorno…
Un bel giorno hai visto il video di un monologo di Pietro Sparacino e te ne sei innamorato.
Mi son detto: “Ma io voglio fare questo! Voglio dire le cose in questo modo!”.
Poi, durante la pandemia, ho seguito un workshop di stand-up comedy online tenuto da Pietro al fine del quale ci siamo esibiti su Zoom…
Che argomento hai trattato in quel tuo primo monologo?
Me stesso, ovvero un infermiere in pandemia con un padre no-vax.
Tra gli spettatori c’era mio padre. Sarà stata la stand-up, sarà stata la voglia di andare in vacanza…dopo aver ascoltato quel monologo si è fatto tutte e tre le dosi.
Dal vivo, invece, hai iniziato in occasione del Comedy Village del 2021 e di lì hai fatto parecchia strada.
Dopo molti open mic in giro tra alcuni locali del nord e del centro Italia (tra cui il Lokomotiv di Bologna e il Monk di Roma), ho seguito dei workshop con Mauro Fratini ed Eleazaro Rossi.
Quest’anno, poi, ho avuto l’onore di aprire Occhiaie di Pietro Sparacino a Cesena e a Cesenatico e Grandi poteri di Salvo Di Paola a Fano.
Che meraviglia! *-*
Nonostante vagoni di ansia ed emozione, son state esperienze a dir poco fantastiche. Mi hanno permesso di capire molti aspetti della performance, non solo in modo attivo ma anche passivo.
Guardare spettacoli di stand-up comedy dal vivo mi consente ogni volta di osservare lo standing dei professionisti, il loro modo di scaldare il pubblico e di gestire gli imprevisti…
Il teatro è il “qui e ora” che ci può insegnare cose altrimenti inspiegabili.
Hai detto che “una risata può lubrificare la mente per accogliere meglio un pensiero”. C’è chi interpreta la satira come l’atto di “lacerare le carni”. A me piace dilatare con dolcezza.
La stand-up si sta diffondendo sempre più ed è importante far capire ai nuovi appassionati che si tratta di satira (spesso confusa con un eccesso di black humour e offese gratuite).
Penso che la stand-up comedy - e la comicità in senso lato – sia piuttosto uno strumento utile a farci vedere le cose da un'altra prospettiva.
Domanda da un milione di dollari: si può ridere su tutto, secondo te?
A me piacerebbe riuscirci, sensibilizzando il pubblico su argomenti profondi. Li tratto ogni giorno, d’altronde, lavorando come Infermiere Oncologico.
Per il momento lo faccio con i pazienti. Tra loro, sono in molti ad apprezzare l’umorismo nella loro quotidianità. Qualcuno mi dice che “è meglio far dell’umorismo in queste situazioni”. Altri si sono anche complimentati: “Mi piaci perché mi fai ridere”. L’ho sempre trovato uno dei complimenti più belli.
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